L’armonica cromatica: elementi di base

L’armonica fa parte della famiglia degli strumenti cosiddetti ad ancia libera che comprende, tra i principali strumenti, anche la fisarmonica, il bandoneon, la concertina, l’organetto e l’armonium. L’ancia libera è una lamina di metallo avvitata o rivettata che viene fatta vibrare con la pressione dell’aria fornita dalla bocca o da un mantice. L’intonazione dell’ancia è data dalla lunghezza, dalla forma e dallo spessore dell’ancia stessa. Esistono principalmente due tipi di armoniche: l’armonica diatonica e l’armonica cromatica.

La cromatica ha a disposizione tutte le note con un’estensione che può andare dalle due ottave e mezzo fino ad oltre le quattro ottave a secondo dei modelli.

La diatonica è la più diffusa ed è stata costruita per essere suonata in una sola tonalità anche se grazie a tecniche particolari come il bending e l’over-bending si possono riprodurre in questo strumento tutte le note della scala cromatica. L’armonica cromatica è distinguibile strutturalmente per essere di dimensioni più grandi della diatonica e per avere un bottone, detto registro, sul lato destro. La cromatica ha a disposizione tutte le note (per intenderci tasti neri e bianchi del pianoforte) con un’estensione che può andare dalle due ottave e mezzo (armonica a 10 fori) fino ad oltre le quattro ottave (armonica a 16 fori) a secondo dei modelli. Sostanzialmente si hanno in uno strumento molto piccolo lo stesso numero di note (e anche in numero superiore) della maggior parte degli strumenti musicali. Vediamo di capire prima di tutto come sono posizionate le note sull’armonica.

Va specificato che alcune note possono essere prodotte solo soffiando e altre solo aspirando. Premendo il registro è possibile trasportare la nota di un semitono sopra. Inizialmente impareremo a suonare senza registro che introdurremo solo in un secondo momento, dal quinto capitolo, quando avremo sorpassato le prime difficoltà d’impostazione.

SCHEMA DELLE NOTE IN UN’ARMONICA CROMATICA A 12 FORI

Nel foro 1 troviamo il do centrale (primo sottorigo).

foro 1:  do  soffiato – re aspirato 
foro 2:  mi  soffiato – fa aspirato
foro 3:  sol soffiato – la aspirato
foro 4:  si  aspirato – do soffiato

Dal foro 5 segue lo stesso schema un’ottava più alta

foro 5:  do  soffiato – re aspirato
foro 6:  mi  soffiato – fa aspirato
foro 7:  sol soffiato – la aspirato
foro 8:  si  aspirato – do soffiato

Stessa cosa dal foro 9 al 12 con un’eccezione per il foro 12 dove aspirando con il registro premuto troviamo un re alto.

foro 9:    do soffiato – re aspirato
foro 10:  mi soffiato – fa aspirato
foro 11:  sol soffiato – la aspirato
foro 12:  si aspirato – do soffiato

Premendo il registro, come evidenziato qui sotto, ogni nota si alza di mezzo tono.

POSIZIONE DELL’ARMONICA

L’armonica va tenuta tra il pollice (sotto), l’indice e volendo il medio della mano sinistra (sopra). Le tre dita sono allineate lungo l’armonica, mentre l’anulare e il mignolo serviranno per tenere l’eventuale microfono per amplificare il suono. Con l’indice della mano destra si agirà sul registro. Una vecchia impostazione dello strumento obbliga a tenere l’indice della mano destra dritto e ad agire sul registro con il polpastrello. Molti armonicisti, invece, suonano premendo il registro anche con altre parti del dito indice sottostante al polpastrello.

L’armonica deve essere parallela alla linea degli occhi dell’esecutore e soprattutto non deve subire oscillazioni.  Sarà la testa a muoversi alla ricerca delle note mentre lo strumento rimarrà fermo. Si possono ottenere diversi effetti muovendo l’armonica, ma questo verrà trattato più avanti.

Nel caso in cui si decida di amplificare lo strumento è consigliabile avere un microfono a gelato, ideali sono quelli per la voce. Il microfono verrà tenuto con mignolo e anulare ed eventualmente il medio della mano sinistra. Bisognerà far scivolare il microfono lungo l’armonica in modo da poter amplificare al meglio tutte le note. Se si passa da una nota suonata nel foro 1 ad una suonata nel foro 10 non si può pretendere di mantenere inalterata la posizione del microfono.

COME SUONARE L’ARMONICA

Esistono due metodi per suonare l’armonica:

1- A BOCCA APPUNTITA (Whistle Method)

E’ forse la modalità più spontanea e consiste nel suonare stringendo la bocca sull’imboccatura dello strumento come se si dovesse fischiare. Quanto stringere la bocca è determinato solo dal fatto che dobbiamo cercare di emettere un solo suono. Quello sarà il nostro riferimento.

Se soffiando o aspirando sentiamo più di una nota vuol dire che abbiamo la bocca o troppo poco appuntita sull’imboccatura oppure che siamo e cavallo tra due note. Proviamo con la punta della lingua per capire se siamo allineati con il foro prescelto. Esistono alcuni armonicisti che nell’utilizzare questo metodo posizionano la lingua ad “U”, come se fosse un involtino, e fanno passare l’aria all’interno. Questa particolarità è poco utilizzata anche perché non tutti riescono ad avere questa mobilità nella lingua. Tra gli armonicisti che ho conosciuto, il grande Bruno De Filippi utilizzava questa modalità. 

COPRENDO (Tongue Blocking Method)

Consiste nel coprire con la punta della lingua il foro che sta a sinistra di quello prescelto e suonare con la parte destra della bocca la nota desiderata. Per esempio se dovessimo suonare il do soffiato nel quinto foro metteremmo la bocca sul quarto e quinto foro, ostruiremmo l’entrata dell’aria nel quarto foro con la punta della lingua cosicché dall’angolo destro della bocca  arriverebbe l’aria per far suonare il do del quinto foro. 

E’ difficile o quasi impossibile dire quale metodo sia migliore dell’altro o quale più spontaneo. Il consiglio è quello di provare in tutti e due i modi e poi decideremo quale sarà più adatto alla conformazione della nostra bocca o comunque quello con il quale ci sentiremo più a nostro agio.

Non dobbiamo essere frettolosi nel trovare la nostra impostazione ma non sarà difficile capire quello che risulterà più spontaneo. Ci sono insegnanti che spingono l’allievo a conoscere tutte e due le tecniche e a suonare sempre ogni esercizio nei due modi. Per quanto mi riguarda suono a bocca appuntita anche se per i primi miei due anni di studio mi sono sforzato di eseguire tutti gli esercizi con entrambe le tecniche. Ma fin dall’inizio sapevo che  avrei suonato a bocca appuntita. Esistono insegnanti e bravi armonicisti che pensano sia meglio una o l’altra tecnica o che l’una o l’altra tecnica sia più adatta a un genere piuttosto che a un altro. Io penso che si debba lasciare liberi gli allievi di avvicinarsi allo strumento nella maniera più naturale e spontanea possibile. Nella mia esperienza di didatta ho trovato prevalentemente allievi che si sono trovati più a loro agio con il a bocca appuntita, ma mi è capitato anche il contrario.

LA RESPIRAZIONE

I marchi di armoniche più conosciuti sono Hohner, Suzuki, Hering, Tombo, Seydel, Bends. Anche se la distribuzione e la diffusione di questi marchi varia da nazione a nazione non è per niente facile avere un’ampia scelta di modelli.
La leadership in questo campo è la tedesca Hohner che produce armoniche dal secolo scorso e che è il marchio oggettivamente più distribuito nel mondo.

Il tipo di armonica più utilizzata e che consiglio a chi vuole approcciare questo strumento è la Hohner Chromonica 270 (12 fori) in DO (C). Uno strumento ideale sia per il neofita, sia per il professionista. Lo stesso Toots Thielemans ha usato per più di trent’anni questo strumento per poi indirizzarsi verso un’evoluzione della Chromonica 270, il modello Toots. Della Toots esistono due sotto-modelli, entrambi a 12 fori, la Mellow Tone (più vellutata) e l’Hard Bopper (più pronta e aggressiva). Esistono poi i modelli a 16 fori che sono interessanti per la possibilità di avere un’ottava bassa in più ma penso che siano meno agevoli e funzionali della 12 fori. Lo stesso Thielemans ha usato raramente nella sua carriera questo tipo di armonica. Resta il fatto che potrebbe essere interessante usare una 16 fori solo per alcuni brani che necessitano delle note basse che hanno comunque una loro dose di fascino. Non vedo l’utilità invece di utilizzare una 10 fori (Chromonica 260) rispetto alla 12 fori. Forse l’unico vantaggio che offre una 10 fori rispetto alla 12 è il costo leggermente più contenuto.
Mi preme comunque ripetere che esistono molti modelli in commercio di varie marche che varrebbe veramente la pena di provare. Ma per questo avremo poi a disposizione molto tempo. L’importante è iniziare con un modello di armonica standard e funzionale.
Un grosso problema dell’armonica è che le ance suonando tendono ad usurarsi e che ci sono poche possibilità di sostituirle cercando qualche rarissimo riparatore o diventando noi stessi dei bravissimi tecnici (sempre che si abbiano i pezzi di ricambio). Non esistono trucchi a riguardo. Le ance sono destinate a perdere l’intonazione o a rompersi. Evitiamo però di suonare  con vigore le note di un’armonica appena acquistata. Così come dobbiamo avere cura di suonare senza avere dei residui di cibo in bocca.
Un suggerimento utile è quello di ricordarci di non mettere mai la nostra armonica nelle condizioni di risentire di grandi sbalzi di temperatura. Non va lasciata in auto nelle giornate molto calde o in quelle molto fredde così come non va lasciata su un calorifero o altro. Ricordiamoci che, prima d’iniziare a suonare, l’armonica va scaldata tra le mani così che la sua temperatura sia simile a quella del nostro fiato. La scarsa differenza tra la temperatura del nostro fiato e quella della nostra armonica ridurrà moltissimo i problemi di condensa all’interno dello strumento.   

ORA SUONIAMO

Inizialmente suoneremo solo nell’ottava centrale (seconda ottava: da foro 5 a foro 9), in quanto le note centrali sono più facili da realizzare rispetto alle note più gravi o più acute. Suonare le note più alte o più basse di registro di tutti i vari strumenti a fiato è generalmente più complesso.

Nel suonare sarà la nostra bocca a spostarsi scorrendo sull’armonica da un foro all’altro e non l’armonica ad essere mossa.

L’esercizio  successivo consiste nell’eseguire delle note lunghe cercando di prolungare il suono. Proviamo a riprodurre le singole note. Non preoccupiamoci per ora di legare le note tra loro ma cerchiamo solo di farle suonare.

Ricordiamoci quanto detto sulla respirazione. La nostra lingua, se suoniamo con il bocca appuntita, servirà da mirino, cioè: appoggiamo le labbra sull’armonica poi con la punta della lingua cerchiamo il foro nel quale suonare e solo quando è proprio nel centro rimettiamo la lingua nella parte bassa del palato ed emettiamo il suono.

Se quando suoniamo sentiamo due note invece di una, cioè  “l’effetto fisarmonica”, vuol dire che la nostra bocca è mal posizionata rispetto al foro della nota prescelta. Sicuramente la bocca non aderisce bene all’imboccatura, sfiatando. Oppure siamo a cavallo tra due note.Utilizziamo di nuovo la lingua come mirino ed eseguiamo di nuovo.

Proviamo a suonare questi esercizi:

Ora proviamo a suonare un piccolo brano “Harmonica 1”.
Prima lo studiamo e lo suoniamo senza base e poi proviamo a suonare con la base.

ORA SUONIAMO

 

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